Lo scopo di questa intranet e` quello di scambiare informazioni tecniche e stimolare discussioni di carattere generale sulla vita in azienda, sulle possibilita` di migliorare le modalita` e i flussi di lavoro, di tutto quanto possa essere utile per lavorare in un ambiente confortevole e smart.
Purtroppo, a distanza di quasi un mese dall'apertura, i contributi si possono contare sulle dita di una mano.
Colpa di una campagna pubblicitaria scarsa, di uno scarso coinvolgimento del management, della poverta` dell'interfaccia ( ma non deve essere Facebook, dopo tutto e` una intranet aziendale) ? Forse colpa di tutto questo, ma a mio parere quello che manca e` una consapevolezza. Manca nei miei colleghi il rendersi conto che hanno a disposizione uno strumento potente di discussione e di valorizzazione, manca nei managers la consapevolezza di avere un canale di comunicazione privilegiato per rinsaldare un legame di fiducia con i collaboratori.
Capita spesso che mia figlia, dotata di IPad fornito dalla sua scuola a ( presunto) supporto didattico, chieda a me come e dove reperire informazioni su un determinato argomento ( quando non chiede direttamente a me o a Gabriella o a suo fratello, prendendoci per la classica enciclopedia ambulante) . In due anni di superiori ancora non ha capito come usare Google, Bing, Yahoo o Wikipedia per reperire informazioni di base. Non che non ne sia capace, semplicemente non ci pensa.
Non sono certo il solo che afferma che il rischio che le nuove generazioni corrono e` lo stesso che correvamo noi con la TV: essere fruitori acritici di contenuti e temi che altri decidono per te.
Oggi la cosa e` un po' piu` complessa, i contenuti passano attraverso piu` canali, c'e` la possibilita` di una maggiore interattivita` , ma mi pare che il "mi piace" ( o il tagging di qualsiasi tipo) di oggi sia come il televisore a 99 canali ( perche` 99? per risparmiare sui led in piu` che il numero 100 a tre cifre richiedeva) di qualche decennio fa: ti dava l'illusione di una liberta` che era in realta` la liberta` di scegliere la padella dove venir cucinato a fuoco lento.
Quello di cui abbiamo bisogno tutti, non solo i giovani, e` di comprendere le potenzialita` che la rete ci offre.
( Mi fa male vedere adulti che sui social network svelano una immaturita` che non avresti immaginato, postando inutili e ripetitivi contenuti, quando non offensivi, quasi che la rete tolga le inibizioni sociali e riveli il vero carattere di una persona - voglio sperare che non sia davvero cosi`)
Credo che chi abbia questa consapevolezza debba fare uno sforzo per diffonderla e promuoverla, attraverso comportamenti e stimoli adeguati, e alla fine mi piacerebbe poter fare mia una affermazione fatta nel corso di una discussione ( su un social network ) da Claudio Gargantini, che se mi permette, pubblico qui:
Ecco perche` dico benedetto internet che ha dato dignita` comunicativa ad ogni persona,
perche` ha liberato la comunicazione e l'ha concessa liberamente a tutti.
Concordo sull'osservazione dei contenuti pubblicati da adulti sui social network. Io sono iscritta a FaceBook e ne ho conferma. Pochissimi scrivono qualcosa che sia frutto di loro riflessioni; i più postano link vuoti e ripetitivi. E' meglio il Blog, che richiede però un impegno maggiore.
RispondiEliminaPaola
Grazie Paola.
EliminaNon pensare pero` che i blog siano esenti dalla faciloneria di comunicazione. Siamo pieni di blogger che non vedono al di la` del proprio ombelico. e che raccontano appunto solo di quello. In definitiva non e` ( solo ) un problema di strumento, ma di maturita`. Che si conquista lentamente e a fatica.
Sempre che la si voglia, conquistare.
Ottima riflessione! I blog sono un grande strumento di comunicazione.
RispondiEliminaTi seguo. ciao
Riccardo, grazie. Fatta salva la potenzialita` di tutti questi strumenti che Internet mette a disposizione, Facebook, Twitter, blogs, etc. , la sfida si gioca sui contenuti. In primis per dare senso alla propria presenza in rete, poi per empatia e volonta` di condividere la conoscenza, e infine per dignita` personale ( voglio essere riconosciuto come una persona che ha qualcosa da dire - altri identificano questo sotto l'etichetta di personal branding)
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