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Ieri ho preparato i carciofi.
Chissenefrega, direte voi.
L'altro ieri ho sfrondato alcuni arbusti del giardino, in preparazione alla primavera.
Ce ne frega ancora meno ( ma ci sono persone che su queste cose ci costruiscono interi blog, e vengono letti, pure! ).
Mentre pulivo i carciofi, ho avuto una intuizione. Perche`, anche se non ce ne accorgiamo, siamo legati alla terra. Dipendiamo da essa per ogni aspetto della nostra vita, dall'alimentazione alla respirazione, dalla casa alla viabilita`. Ma viviamo la natura solo come una commodity, quando e` utile, o come una scocciatura quando si mette di traverso rispetto ai nostri progetti.
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Ma basta avere la possibilita` di un contatto con la terra e con i suoi frutti, aprire la mente alla consapevolezza che siamo parte di essa, e tutto diventa piu` chiaro. Dovrebbe essere un esercizio consigliato a chi intende la terra solo in termini di metri quadri e volumetrie, o di chi progetta infrastrutture e interventi invasivi sul territorio con un orizzonte consapevole limitato nel tempo e nello spazio.
Con la mente aperta, e` sufficiente potare un arbusto, pulire dalle foglie un pezzo di terra- accorgendosi che sotto, impercettibilmente, la nuova vita di primavera si sta affacciando - per capire quanto il legame e` forte e come e` importante scegliere strade che lo rafforzino, invece di sfilacciarlo come si sta facendo sinora.
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Credo che dietro il tuo post si nasconda tutt'altro che un pensiero banale o di scarso interesse. Il nostro stile di vita ci costringe a proseguire a testa bassa per la nostra strada. Siamo sempre meno attenti a quello che ci succede intorno, ai segnali e alle meraviglie che la natura ci offre ogni giorno. Di tanto in tanto però capita di svegliarsi da un letargo lungo una vita e di accorgersi che non siamo soli e esiste un filo sottile che unisce la natura e gli esseri viventi. Grazie per avermelo ricordato.
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