La cultura è quella parola che inizia guardando l'uomo
e si completa guardando il mondo
venerdì 24 dicembre 2010
venerdì 17 dicembre 2010
Stelle di Natale: conclusioni e racconto
Interessante la serata di ieri sera: ha donato molte emozioni al pubblico presente e nonostante fosse stata preparata molto in fretta, come tutta questa prima edizione del concorso, organizzata in meno di due mesi - il primo mio post su FB che avvisava del concorso risale al 21 ottobre, tutto ha "girato" quasi senza intoppi.
Forse solo quella campana tibetana ha suonato per qualche secondo di troppo.
Comunque complimenti ai vincitori e a tutti i partecipanti.
In attesa che si trovi il modo di pubblicare tutti i lavori vincitori, inizio con quello di mio figlio - che non ha goduto del mio voto, beninteso, essendomi naturalmente astenuto da quella votazione.
Che poi piu` che il premio, c'era la soddisfazione di essere letto, che e` la cosa principale per uno scrittore, anche in erba ( nessun riferimento al terzo classificato ;-)
Eccovi dunque il racconto di Nicolo`, che mi pare anche un ottimo augurio di Buon Natale.
Era certo di non essere mai stato in quel luogo, per quanto gli sembrasse di riconoscerlo. Ma era tutto così mutevole, isolato dalla realtà, nulla rimaneva definito. Un vortice di sensazioni, entità vaganti nell'aria lo bersagliavano.
Vide un piccolo sentiero di terra battuta, infinitamente lungo.
Si mise in cammino.
All'improvviso un gelido vento gli sferzò sul volto; il paesaggio era cambiato, una fitta nebbia, una di quelle che portano profumi di altre ere, aveva ammantato un pontile. Le barche, dalle candide vele, si aggiravano come presenze oniriche nel mare di foschia.
“Buongiorno, giovanotto!” disse una profonda voce alle sue spalle. Proveniva da una figura umana indistinta, pareva grassa, con un po' di pancetta. Ma non era sicuro.
“B-buongiorno!” rispose con un misto tra timore e reverenza.
Osservò la figura che si confondeva nei flutti della nebbia. Indossava un gilet vittoriano, col tipico cipollotto nel taschino.. No! Aveva una camicia hawaiana, anzi da boscaiolo. O era un cappotto invernale? Per quanto si sforzasse non riusciva a focalizzare il vestiario dell'uomo. Se uomo era.
“Beh? Dobbiamo star qua fino al giorno dell'Har-Mageddon o vuoi chiedermi cosa ci fai qui? Ti consiglio la seconda opzione visto che ho l'agenda abbastanza impegnata ancora per qualche eternità!”
“Chi sei?” chiese. “Domanda sbagliata, comunque dovresti saperlo.”
La figura si spostò lungo il pontile facendo roteare il bastone da passeggio. Era certo che prima non l'avesse.
Seguì quell'entità sopra le scricchiolanti assi di legno; decise che tanto valeva porgli la domanda: non sapeva che altro fare.
“Bene, allora mi potresti dire cosa ci faccio qui? Magari senza tanti misteri!”
“Sei qui perché tutti quelli nella tua condizione ci passano, o perlomeno in un luogo simile. Alla fine è l'idea che conta, non la forma.”
“Sì, ma quale sarebbe la mia condizione?” chiese. “Davvero non te lo ricordi? Guarda nel tuo subconscio, non posso aver fatto errori.” “Comunque sia ho una proposta per te, vorrei farti un regalo, un regalo speciale visto che oggi è un giorno a me caro: puoi tornare indietro.” Era titubante, non sapeva se accettare. “Avanti cosa c'è?” “Ohibò, cosa vuoi che ci sia avanti? C'è il futuro, ma anche l'incertezza! E molte altre cose belle, ma non mi sembri pronto.” Era indeciso. “Non so, non ho ancora capito chi tu sia per poter far questo!” “Oh, ragazzo mio. Certo che sei proprio un po' tocco. Ti rimando indietro, lo vuoi, te lo leggo negli occhi.”
L'essere mosse le mani come se stesse tirando dei fili e una neve copiosa cadde immediatamente.
Vortici di fiocchi si scontravano tra loro come elettroni impazziti, il vento soffiava e lui non sapeva dove aggrapparsi.
Non lo vedeva più. Qualcosa lo sollevò da terra con dei risolini. Una decina di fate l'avevano preso e lo stavano buttando nel cuore della tormenta. Poi più niente.
Si risvegliò, tutto era bianco intorno a lui. Era in una camera d'ospedale.
“Buon Natale, caro!”, gli disse la moglie in lacrime.
*titolo di una canzone dei Sigur Rós dall'album Ágætis byrjun, che ha ispirato l'autore per il racconto. Il titolo e il testo sono in Vonlenska, una lingua inventata, fatta di sillabe senza un significato preciso. E' usato perlopiù usate per trasformare la voce in uno strumento musicale. E' vivamente consigliato l'ascolto durante la lettura.
Nicolo` Navoni
Forse solo quella campana tibetana ha suonato per qualche secondo di troppo.
Comunque complimenti ai vincitori e a tutti i partecipanti.
In attesa che si trovi il modo di pubblicare tutti i lavori vincitori, inizio con quello di mio figlio - che non ha goduto del mio voto, beninteso, essendomi naturalmente astenuto da quella votazione.
Che poi piu` che il premio, c'era la soddisfazione di essere letto, che e` la cosa principale per uno scrittore, anche in erba ( nessun riferimento al terzo classificato ;-)
Eccovi dunque il racconto di Nicolo`, che mi pare anche un ottimo augurio di Buon Natale.
Olsen Olsen*
Era certo di non essere mai stato in quel luogo, per quanto gli sembrasse di riconoscerlo. Ma era tutto così mutevole, isolato dalla realtà, nulla rimaneva definito. Un vortice di sensazioni, entità vaganti nell'aria lo bersagliavano.
Vide un piccolo sentiero di terra battuta, infinitamente lungo.
Si mise in cammino.
All'improvviso un gelido vento gli sferzò sul volto; il paesaggio era cambiato, una fitta nebbia, una di quelle che portano profumi di altre ere, aveva ammantato un pontile. Le barche, dalle candide vele, si aggiravano come presenze oniriche nel mare di foschia.
“Buongiorno, giovanotto!” disse una profonda voce alle sue spalle. Proveniva da una figura umana indistinta, pareva grassa, con un po' di pancetta. Ma non era sicuro.
“B-buongiorno!” rispose con un misto tra timore e reverenza.
Osservò la figura che si confondeva nei flutti della nebbia. Indossava un gilet vittoriano, col tipico cipollotto nel taschino.. No! Aveva una camicia hawaiana, anzi da boscaiolo. O era un cappotto invernale? Per quanto si sforzasse non riusciva a focalizzare il vestiario dell'uomo. Se uomo era.
“Beh? Dobbiamo star qua fino al giorno dell'Har-Mageddon o vuoi chiedermi cosa ci fai qui? Ti consiglio la seconda opzione visto che ho l'agenda abbastanza impegnata ancora per qualche eternità!”
“Chi sei?” chiese. “Domanda sbagliata, comunque dovresti saperlo.”
La figura si spostò lungo il pontile facendo roteare il bastone da passeggio. Era certo che prima non l'avesse.
Seguì quell'entità sopra le scricchiolanti assi di legno; decise che tanto valeva porgli la domanda: non sapeva che altro fare.
“Bene, allora mi potresti dire cosa ci faccio qui? Magari senza tanti misteri!”
“Sei qui perché tutti quelli nella tua condizione ci passano, o perlomeno in un luogo simile. Alla fine è l'idea che conta, non la forma.”
“Sì, ma quale sarebbe la mia condizione?” chiese. “Davvero non te lo ricordi? Guarda nel tuo subconscio, non posso aver fatto errori.” “Comunque sia ho una proposta per te, vorrei farti un regalo, un regalo speciale visto che oggi è un giorno a me caro: puoi tornare indietro.” Era titubante, non sapeva se accettare. “Avanti cosa c'è?” “Ohibò, cosa vuoi che ci sia avanti? C'è il futuro, ma anche l'incertezza! E molte altre cose belle, ma non mi sembri pronto.” Era indeciso. “Non so, non ho ancora capito chi tu sia per poter far questo!” “Oh, ragazzo mio. Certo che sei proprio un po' tocco. Ti rimando indietro, lo vuoi, te lo leggo negli occhi.”
L'essere mosse le mani come se stesse tirando dei fili e una neve copiosa cadde immediatamente.
Vortici di fiocchi si scontravano tra loro come elettroni impazziti, il vento soffiava e lui non sapeva dove aggrapparsi.
Non lo vedeva più. Qualcosa lo sollevò da terra con dei risolini. Una decina di fate l'avevano preso e lo stavano buttando nel cuore della tormenta. Poi più niente.
Si risvegliò, tutto era bianco intorno a lui. Era in una camera d'ospedale.
“Buon Natale, caro!”, gli disse la moglie in lacrime.
*titolo di una canzone dei Sigur Rós dall'album Ágætis byrjun, che ha ispirato l'autore per il racconto. Il titolo e il testo sono in Vonlenska, una lingua inventata, fatta di sillabe senza un significato preciso. E' usato perlopiù usate per trasformare la voce in uno strumento musicale. E' vivamente consigliato l'ascolto durante la lettura.
Nicolo` Navoni
Meglio condividere che vietare
Claudio Gargantini sul suo blog, pubblica un articolo nel quale chiede spiegazioni riguardo alle spese fatte dal Comune di Cernusco per la installazione del presepe di p.za Gavazzi.
Non entro nel merito dei costi del presepe, immagino che gli assessori e il sindaco abbiano fatto bene i conti su dove investire e come.
Quella che mi lascia perplesso e che non mi aspettavo da Claudio e` il seguente paragrafo:
E' corretto, ieri come oggi, segnare il territorio con simboli religiosi, che se importanti e condivisi da tanti non rappresentano il sentire di tutti, quasi che il luogo pubblico sia un continuum del sacro?
Secondo me no.
A parte che pretendere di annullare del tutto la pubblicazione dei simboli cristiani ( la nativita` nello specifico, che guarda caso e` il motivo principe della festa ) significa non tener conto dei duemila anni di storia che nel bene o nel male hanno avuto in Europa una impronta culturalmente orientata al cristianesimo. E con buona pace degli atei e degli ultralaici, e` cosa che non si puo` annullare, cancellare, obliare.
Ma poi, se l'ottica e` quella della pluralita`, anziche` vietare una presenza, io ne incoraggerei altre. A me farebbe piacere poter osservare segni e simboli ebrei, mussulmani, buddhisti, finanche neopagani, che rendono pubblica la loro fede in occasioni delle ricorrenze religiose loro proprie.
Questo si` sarebbe segno di pluralita` e di tolleranza. Perche` in ogni caso dal sacro non si puo` prescindere, e la negazione di Dio e delle sue manifestazioni tra gli uomini, come in sostanza e` proposta dagli attivisti atei e dai fondamentalisti laici ( quelli che non vogliono sentir parlare di presepi in piazza e di benedizioni alla scuola, ma poi anch'essi approfittano delle ferie natalizie ) non puo` portare al divieto assoluto di rendere pubblico il proprio credo. Si rischia di percorrere una china molto sdrucciolevole....
Non entro nel merito dei costi del presepe, immagino che gli assessori e il sindaco abbiano fatto bene i conti su dove investire e come.
Quella che mi lascia perplesso e che non mi aspettavo da Claudio e` il seguente paragrafo:
E' corretto, ieri come oggi, segnare il territorio con simboli religiosi, che se importanti e condivisi da tanti non rappresentano il sentire di tutti, quasi che il luogo pubblico sia un continuum del sacro?
Secondo me no.
A parte che pretendere di annullare del tutto la pubblicazione dei simboli cristiani ( la nativita` nello specifico, che guarda caso e` il motivo principe della festa ) significa non tener conto dei duemila anni di storia che nel bene o nel male hanno avuto in Europa una impronta culturalmente orientata al cristianesimo. E con buona pace degli atei e degli ultralaici, e` cosa che non si puo` annullare, cancellare, obliare.
Ma poi, se l'ottica e` quella della pluralita`, anziche` vietare una presenza, io ne incoraggerei altre. A me farebbe piacere poter osservare segni e simboli ebrei, mussulmani, buddhisti, finanche neopagani, che rendono pubblica la loro fede in occasioni delle ricorrenze religiose loro proprie.
Questo si` sarebbe segno di pluralita` e di tolleranza. Perche` in ogni caso dal sacro non si puo` prescindere, e la negazione di Dio e delle sue manifestazioni tra gli uomini, come in sostanza e` proposta dagli attivisti atei e dai fondamentalisti laici ( quelli che non vogliono sentir parlare di presepi in piazza e di benedizioni alla scuola, ma poi anch'essi approfittano delle ferie natalizie ) non puo` portare al divieto assoluto di rendere pubblico il proprio credo. Si rischia di percorrere una china molto sdrucciolevole....
Etichette:
fede,
Natale,
religione,
tolleranza
venerdì 10 dicembre 2010
Applicazione sinsemica ed esposizione
Attenzione: il seguente post e` stato aggiornato
Mio figlio minore, 8 anni, aveva da studiare per grammatica la composizione di una frase, ovvero successione di parole collegate tra loro, raggruppate in sintagmi, che esprimono un significato. Alla frase minima, soggetto piu` predicato, in grado di reggere da sola il senso, si possono aggiungere altri sintagmi detti estensioni.
Ho provato a tracciare un diagramma per sottolineare le relazioni tra i vari concetti, e ne e` uscito qualcosa che qui riproduco ( l'ombreggiatura a dx non e` voluta, e` un difetto dello scanner ):
Ho pensato fosse un bell'esempio di applicazione sinsemica: una serie di concetti enunciati sequenzialmente sintetizzati in una immagine efficace dal punto di vista della comprensione ( magari piu` curata rispetto al mio schizzo). E che forse avrebbe dovuto, questo tipo di rappresentazione concettuale, essere utilizzato piu` spesso nella formazione.
Ma mio figlio deve essere in grado di esporre verbalmente questi concetti, e per farlo deve disporre di una eloquenza gia` formata ed un vocabolario adeguato. Ma da dove puo` provenire questa competenza? Mediamente, non dalla famiglia, che adotta se va bene uno slang personalissimo sufficiente a sostenere una conversazione familiare non certo ad una esposizoione pubblica ( quando va male non c'e` nemmeno quello, ma solo una serie di imperativi , di solito negativi, atti a vietare questo e quello ) . Nemmeno la TV puo` essere d'aiuto, di solito essa fornisce per lo piu` aggettivi roboanti e frasi fatte. In realta` parte del vocabolario necessario all'esposizione proviene proprio dal testo che li enuncia, e dalle conversazioni con gli insegnanti, che stimolano la conversazione quindi l'uso proprio del vocabolario.
Dunque, che utilita` possono avere le schematizzazioni grafiche? Forse, ma qui a dirlo dev'essere qualcuno piu` esperto di me, la memoria visiva riesce a evidenziare le relazioni tra le parti in modo piu` efficace, quindi la comprensione del sistema e` piu` diretta.
Ne concludo che in senso educativo, le due espressioni ( grafica e letterale) sono complementari, soprattutto per la fascia di eta` sino alla adolescenza, durante la quale la capacita` espressiva si va formando.
Aggiornamento (14/12/2010) :
Ho chiesto a Leonardo Romei , uno dei curatori del blog Sinsemia ( http://sinsemia.wordpress.com/ ) se a quanto scritto sopra si poteva dare un senso alla luce dei loro studi, ecco la sua risposta giunta via mail:
l'idea della sinsemia è al momento soprattutto una prospettiva di ricerca, e non è così definita concettualmente da poter dire se una certa applicazione è corretta o meno. Posso dirti però che lo spirito mi sembra quello giusto anche se forse si può parlare più semplicemente di ragionamento diagrammatico.Rispetto al discorso che fai sulla verbalizzazione, secondo me il punto è che non necessariamente qualcosa per essere espresso deve esserlo attraverso le parole. Per spiegare un diagramma si può far ricorso ad un altro diagramma, od a un testo con testo alfabetico e schemi, il testo alfabetico non è il principe, vedi ad esempio i commenti sul blog al post sulle mappe mentali.
ciao, Leonardo
Ringrazio Leonardo per il suo contributo, e vi invito a seguire spesso il blog Sinsemia, vi sono prospettive interessanti per chiunque voglia capire i meccanismi mentali che portano all'interpretazione delle espressioni grafiche.
La discussione resta aperta....
Mio figlio minore, 8 anni, aveva da studiare per grammatica la composizione di una frase, ovvero successione di parole collegate tra loro, raggruppate in sintagmi, che esprimono un significato. Alla frase minima, soggetto piu` predicato, in grado di reggere da sola il senso, si possono aggiungere altri sintagmi detti estensioni.
Ho provato a tracciare un diagramma per sottolineare le relazioni tra i vari concetti, e ne e` uscito qualcosa che qui riproduco ( l'ombreggiatura a dx non e` voluta, e` un difetto dello scanner ):
Ho pensato fosse un bell'esempio di applicazione sinsemica: una serie di concetti enunciati sequenzialmente sintetizzati in una immagine efficace dal punto di vista della comprensione ( magari piu` curata rispetto al mio schizzo). E che forse avrebbe dovuto, questo tipo di rappresentazione concettuale, essere utilizzato piu` spesso nella formazione.
Ma mio figlio deve essere in grado di esporre verbalmente questi concetti, e per farlo deve disporre di una eloquenza gia` formata ed un vocabolario adeguato. Ma da dove puo` provenire questa competenza? Mediamente, non dalla famiglia, che adotta se va bene uno slang personalissimo sufficiente a sostenere una conversazione familiare non certo ad una esposizoione pubblica ( quando va male non c'e` nemmeno quello, ma solo una serie di imperativi , di solito negativi, atti a vietare questo e quello ) . Nemmeno la TV puo` essere d'aiuto, di solito essa fornisce per lo piu` aggettivi roboanti e frasi fatte. In realta` parte del vocabolario necessario all'esposizione proviene proprio dal testo che li enuncia, e dalle conversazioni con gli insegnanti, che stimolano la conversazione quindi l'uso proprio del vocabolario.
Dunque, che utilita` possono avere le schematizzazioni grafiche? Forse, ma qui a dirlo dev'essere qualcuno piu` esperto di me, la memoria visiva riesce a evidenziare le relazioni tra le parti in modo piu` efficace, quindi la comprensione del sistema e` piu` diretta.
Ne concludo che in senso educativo, le due espressioni ( grafica e letterale) sono complementari, soprattutto per la fascia di eta` sino alla adolescenza, durante la quale la capacita` espressiva si va formando.
Aggiornamento (14/12/2010) :
Ho chiesto a Leonardo Romei , uno dei curatori del blog Sinsemia ( http://sinsemia.wordpress.com/ ) se a quanto scritto sopra si poteva dare un senso alla luce dei loro studi, ecco la sua risposta giunta via mail:
l'idea della sinsemia è al momento soprattutto una prospettiva di ricerca, e non è così definita concettualmente da poter dire se una certa applicazione è corretta o meno. Posso dirti però che lo spirito mi sembra quello giusto anche se forse si può parlare più semplicemente di ragionamento diagrammatico.Rispetto al discorso che fai sulla verbalizzazione, secondo me il punto è che non necessariamente qualcosa per essere espresso deve esserlo attraverso le parole. Per spiegare un diagramma si può far ricorso ad un altro diagramma, od a un testo con testo alfabetico e schemi, il testo alfabetico non è il principe, vedi ad esempio i commenti sul blog al post sulle mappe mentali.
ciao, Leonardo
Ringrazio Leonardo per il suo contributo, e vi invito a seguire spesso il blog Sinsemia, vi sono prospettive interessanti per chiunque voglia capire i meccanismi mentali che portano all'interpretazione delle espressioni grafiche.
La discussione resta aperta....
giovedì 2 dicembre 2010
Fame di libri
Potrebbe sembrare che sia affetto da sindrome da acquisto compulsivo, focalizzata ai libri. L'elenco dei desiderati e` piu` lungo di quanto le mie finanze possano permettermi, oggi. E la pila di libri in lettura o da leggere e` piu` alta di quanto le ore a disposizione mi concedano: il periodo di permanenza nella pila si conta in mesi, non piu` in settimane. Non e` proprio amore del libro come oggetto, di solito acquisto le edizioni economiche, anche se non mi trovo a mio agio con il libro elettronico, forse perche` ancora non ho avuto a che fare con un e-reader. E` piuttosto una sensazione di incompletezza che si colma nel momento in cui il libro lo apro, non quando lo acquisto, quasi che tramite le sue pagine possa saziare la mia fame di conoscenza. Non sempre e` cosi`, ma se alcuni libri sfamano, di altri resta un ricordo come di un piatto memorabile gustato in qualche occasione speciale. Tra questi voglio citare l'Ultimo Elfo, di Silvana De Mari, che sto rileggendo, e Le Chiavi del Regno, di A.J.Cronin. Libri che non sono mai indigesti.
Etichette:
fantasy,
letteratura,
libreria,
libri
mercoledì 1 dicembre 2010
C'e` speranza? non lo so...
Ho letto della classifica italiana dei siti piu` cliccati, stilata da Yahoo! Italia
e al vederla ho pensato che noi italiani non e` che facciamo una bella figura: a parte il forte bisogno di comunicare rappresentato da Facebook al primo posto, ne esce un popolo che ha voglia di giocare, di seguire gossip e affrontare la vita supportati da illusioni a effetto placebo.
Ho dunque sperato che i paesi cui facciamo piu` riferimento potesse dare un quadro piu` serio, ma la delusione e` stata grande: gli USA hanno nella top ten sei su dieci star dello spettacolo, gli inglesi pensano alla lotteria, ma anche al tempo, come da barzellette, solo i tedeschi nom mettono sul podio ( i primi tre ) argomenti frivoli.
e al vederla ho pensato che noi italiani non e` che facciamo una bella figura: a parte il forte bisogno di comunicare rappresentato da Facebook al primo posto, ne esce un popolo che ha voglia di giocare, di seguire gossip e affrontare la vita supportati da illusioni a effetto placebo.
Ho dunque sperato che i paesi cui facciamo piu` riferimento potesse dare un quadro piu` serio, ma la delusione e` stata grande: gli USA hanno nella top ten sei su dieci star dello spettacolo, gli inglesi pensano alla lotteria, ma anche al tempo, come da barzellette, solo i tedeschi nom mettono sul podio ( i primi tre ) argomenti frivoli.
mi chiedo come si possa coltivare la speranza di un mondo migliore, leggendo queste classifiche... |
lunedì 29 novembre 2010
invito in Libreria
Un regalo ad un amico, un conoscente o un famigliare, non è solamente l’espressione di un pensiero, ancorché affettuoso. Non esprime gratitudine, non nel modo in cui si regala qualcosa a chi ci ha fatto un favore. Un regalo è un suggello, un marchio a fuoco sul patto di amicizia o affetto o amore che ci lega ad un’altra persona.
Un vero regalo, a Natale, pesa di questa valenza, eppure è leggero come i fiocchi della prima neve.
Un libro regalato è come il primo fiocco.
(Se poi volete fare come regalo il mio libro, non sono altro che contento... ve lo autografo, anche ;-)
Un vero regalo, a Natale, pesa di questa valenza, eppure è leggero come i fiocchi della prima neve.
Un libro regalato è come il primo fiocco.
domenica 21 novembre 2010
Alla ricerca dei Draghi è in libreria
Vorrei segnalarvi che la raccolta di racconti fantastici Alla ricerca dei Draghi, è stata pubblicata.
Dopo la mia prima pubblicazione Alta Via, racconti verso l'Alto che sullo sfondo delle nostre montagne narrava della ricerca di un senso alla vita, in Alla ricerca dei Draghi questo sforzo di comprendere la natura dell'uomo continua, ma con degli alleati d'eccezione, i draghi.
Potete ordinare il mio libro in qualsiasi libreria ( attraveso i fornitori Fastbook e Messaggerie Libri ), in vendita on line su www.ibs.it, ma lo
trovate certamente in Libreria del Naviglio, via Marcelline 39, a Cernusco s/N.
A questo proposito vorrei ricordarvi che sabato prossimo, 27 novembre, sarò dalle 17.00 in Libreria del Naviglio, per parlare con voi di libri e letteratura fantastica.
Vi aspetto!
Dopo la mia prima pubblicazione Alta Via, racconti verso l'Alto che sullo sfondo delle nostre montagne narrava della ricerca di un senso alla vita, in Alla ricerca dei Draghi questo sforzo di comprendere la natura dell'uomo continua, ma con degli alleati d'eccezione, i draghi.
Potete ordinare il mio libro in qualsiasi libreria ( attraveso i fornitori Fastbook e Messaggerie Libri ), in vendita on line su www.ibs.it, ma lo
trovate certamente in Libreria del Naviglio, via Marcelline 39, a Cernusco s/N.
A questo proposito vorrei ricordarvi che sabato prossimo, 27 novembre, sarò dalle 17.00 in Libreria del Naviglio, per parlare con voi di libri e letteratura fantastica.
Vi aspetto!
venerdì 12 novembre 2010
Serve fare una camminata di cinque minuti per celebrare la Settimana Unesco di Educazione allo Sviluppo Sostenibile?
A cosa e` servita la breve camminata di stamattina, quando i genitori e alcuni insegnanti ( insieme al sindaco Comincini e alla direttrice Bellettini ) hanno accompagnato a scuola un gruppo di alunni della elementare Manzoni, ritrovatisi in Piazza Unita` d'Italia?
I realisti direbbero: A nulla! Solo demagogia!
Eppure quei pochi metri segnano alcune scelte:
- la scelta di innanzitutto vivere il proprio territorio e non solo subirlo ( le strade, gli edifici della mia citta` sono le mie strade, sono i luoghi dove vivo e agisco, dove faccio comunita` );
- la scelta di privilegiare un modo di spostarsi che sia rispettoso degli altri e dell'ambiente ;
- la scelta di acquisire consapevolezza sui temi della sostenibilita` ;
- la scelta di non accettare passivamente decisioni che contrastano con la nostra sensibilita` e con il buon senso
- ma, soprattutto, la scelta di educare i nostri figli a tutto questo, senza estremismi e con pacatezza, ma con la determinazione di chi vuole vivere in un mondo che non sia preda di interessi economici, ma che offra a tutti un buon posto dove vivere.
lunedì 8 novembre 2010
Stelle di Natale, meno 26
E` nato con l'idea di fare una festa in famiglia, un modo per dare sfogo alla creativita` degli amici, ma ora sta diventando un appuntamento importante nella sequela di feste pre-natalizie. Un gradito sponsor (Credicoop di Cernusco s/N) e` pronto a sostenerci in questa iniziativa, pronta ad accogliere tutte le forme artistiche che utilizzino la parola scritta non solamente nel processo sequenziale del racconto o della poesia, ma anche in forme grafiche innovative ( a proposito, chi non lo sapesse puo` trovare qui e qui -in inglese - informazioni riguardo la scrap-art ) .
Oltre alla scrap-art, altro ambito promettente e` la sinsemia, metodologia usata da centinaia d'anni ma che solo recentemente ha trovato una collocazione scientifico tecnica, e altri non e` che la tecnica di disporre in modo deliberato e consapevole elementi di scrittura nello spazio per comunicare in modo ragionevolmente univoco. ( un esempio di applicazione sinsemica possono essere le tavole anatomiche o le istruzioni per il montaggio ove alle figura siano associati brevi testi ).
Questa iniziativa sta assumendo via via sempre di piu` il senso di una operazione culturale, perche` cultura e` tutto cio` che e` espressione dell'uomo e del suo contesto.
Aspettiamo i vostri contributi, affrettatevi, mancano solo 26 giorni al 4 dicembre, giorno di chiusura del concorso. e 26 giorni, per scrivere un racconto o creare un'opera
E prenotate la serata del 16 dicembre, Serata di Premiazione e di Festa.
martedì 2 novembre 2010
Raccontare storie, anche in musica: La locanda del Vento dei Lingalad
Uno tra i modi piu` efficaci di trasmettere la conoscenza sta nel raccontare storie. Appassionandosi alle vicende di persone piu` o meno come noi, o nelle quali ci si identifica anche non potendo nemmeno lontanamente sperare di vivere la loro vita, si riescono a veicolare concetti, informazioni, usi che ci si trovera` poi a utilizzare nei propri vissuti reali.
Attraverso le storie si veicolano emozioni, e per l'empatia che e` propria del genere umano ( e di molte altre specie, seppur in maniera diversa ) ci si appassiona alle vicende dei protagonisti, si prova dolore e si gioisce allo stesso modo, nel breve lasso di vita descritto dalla narrazione ( che puo` avere l'estensione di una canzone, pochi minuti, o di un serial televisivo di parecchie ore diluite in un arco indefinito di tempo ) anche se poi spesso, spenta la radio o laTV, tutto sfuma nell'indefinita trama del quotidiano vivere. ( Un qualche esperto sociologo potrebbe notare che si e` piu` empatici con i personaggi virtuali di una fiction che con i propri "prossimi", perche` i primi non richiedono altro che un coinvolgimento emozionale, e non concreto , ma questa e` un'altra storia).
Quando poi a raccontare storie, in musica, sono i Lingalad, allora questo si fa ancora piu` vero.
Perche` la musica si fa tappeto, si fa sfondo, uno sfondo di alta qualita`, alle storie che questo gruppo di musicisti, assurdamente piu` conosciuti e apprezzati all'estero che in Italia, racconta.
Storie vere o veritiere, di gente concreta, di ruvidezza dei rapporti e di silenzi che durano una vita. Storie che non sfigurerebbero nel carnet letterario di un Mauro Corona o di Erri de Luca. Vite minori dense di sogni, episodi marginali nell'epica del mondo, ma che sono quelli in grado di dare sale al quotidiano.
Curiosamente, mi trovo vicino a questo tipo di narrazione, questo narrare sospesi tra la realta` (la montagna assassina, la Seconda Guerra Mondiale, la locanda abbandonata, la casa con un noce accanto) e il sogno che ne e` l'interpretazione e che da` il senso degli avvenimenti. Perche` con lo stesso spirito ho scritto i racconti de Alla ricerca dei Draghi .
Che il Canto degli Alberi (questo il significato di Lingalad in lingua elfica ) si diffonda dunque con il vento tra le nostre case, nelle nostre preoccupazioni quotidiane, perche` dalla narrazione del fantastico si possa trarre la forza per vivere il presente.
Ai bravi Giuseppe, Giorgio, Claudio, Fabio vanno, per quanto possano essere piccoli, i miei complimenti, per essere stati in grado ancora una volta di regalare emozioni.
lunedì 1 novembre 2010
mercoledì 27 ottobre 2010
La vita in un'immagine ( o un ideogramma )
C'e` un particolare che ha attirato la mia attenzione, nelle purtroppo poche immagini del sito di Ichiro Fukushima, poliedrico artista giapponese trapiantato a Pessano e attivo sul nostro territorio con eventi soprattutto a Monza.
Dicevo che c'e` un particolare ed e` l'evanescente nelle rappresentazioni degli alberi, sia nei dipinti che nei Kakejiku, quegli ideogrammi di grande formato dipinti su lunghi supporti, a volte corredati da immagini.
Quasi a rappresentare la caducita` degli esseri viventi, la precarieta` della vita, e la ricerca dell'essenziale. Cose di cui Ichiro e` perfettamente consapevole, perche` coltiva il suo piccolo orto con la stessa precisione e la stessa cura che usa per le sue opere.
Che sono, assolutamente, da vedere.
martedì 26 ottobre 2010
Stelle di Natale ( la creativita` in Libreria
Lo so, sono un po' in anticipo. peggio delle pubblicita` televisive che anticipano le feste raddoppiando i tempi di attesa e sovraalimentando la melassa dei buoni sentimenti, facendoci arrivare esausti alla vigilia.
Ma per festeggiare almeno per una sera il Natale senza le lusinghe della TV, c'e` bisogno di tempo.
Perche` siete voi, stavolta, a produrre i contenuti.
Perche` parlare di scrittura e delle altre arti creative e` un conto. Creare e` un altro.
Questa volta vogliamo che siate voi a dire la vostra , e abbiamo deciso di organizzare una piccola iniziativa, in occasione del Natale, per mettere alla prova la vostra creatività.
E non ci limitiamo alla prosa, ma chiediamo di cimentarvi anche nella poesia, nel fumetto, nella scrap-art,
nella fotografia, nel collage, purché anche in queste arti prevalga la parola scritta.
E il tema, in questo periodo dell’anno, non può essere che il Natale.
Questo il bando del concorso:
La Libreria del Naviglio organizza una serata culturale tra amici con un concorso sul tema del Natale.
Il concorso e la serata sono aperti a tutti.
Il titolo del concorso e` STELLE DI NATALE e il tema sara` il Natale in tutte le sue sfaccettature e declinazioni.
- Sono ammesse al concorso opere in forma libera ( racconti, poesie, fumetti, etc. ) che possano essere contenute in tre cartelle ( tre fogli A4 ) o in un formato A3 e che trattino il tema del Natale.
- In tutte le forme espressive deve prevalere la parola scritta. Non saranno accettati lavori che contengano esclusivamente immagini.
- la partecipazione al Concorso è gratuita.
- per partecipare occorre spedire la propria opera in formato Word o PDF al seguente indirizzo stelledinatale@libreriadelnaviglio.it corredata dai propri dati anagrafici e da recapiti entro e non oltre il 30 novembre 2010. E` possibile ( e caldamente suggerito per le opere in formato A3 ) anche recapitare il materiale in triplice copia ( una sola per A3 ) presso la Libreria del Naviglio, via Marcelline 38 a Cernusco s/N.
- la data di scadenza del concorso e` il 4 dicembre 2010
- Verranno premiate, a insindacabile giudizio della giuria, quelle opere che si distinguono per originalita` nella forma e nei contenuti.
- i premi consisteranno in materiale editoriale e biglietti omaggio del teatro Agora`.
Le premiazioni avverranno nella serata di giovedì 16 dicembre presso il cinema teatro Agora`, via Marcelline 35, Cernusco s/N, ove verranno anche lette e/o esposte alcune delle opere in concorso.
Ulteriori informazioni le trovate sul nuovo sito della Libreria del Naviglio.
lunedì 18 ottobre 2010
Madrugada III
Non e' l'alba. Non sono cosi` mattiniero.
Di sabato, poi.
Pero` ci alziamo comunque ad un orario in cui il sole fatica a sorgere.
Cosi` sono in giro, davanti alla chiesa per la precisione, in quel momento del sabato nel quale ci si prepara per le attivita` usuali, uscire, fare la spesa, riassettare la casa.
Ma di persone in giro, poche.
Sul piazzale, Sandro.
Lo chiamo, si volta, mi vede, sorride.
Mi colpisce come sempre il timbro della sua voce e i suoi occhi che perforano i miei, quasi a cercarmi l'anima per dirmi, "sono qui".
E` a casa e gia` ha nostalgia dell'altra casa, il Brasile. Ma e` contento di rivedere i profili della Grigna e del Resegone su a Nord.
Si scambiano abbracci, due parole, ci si saluta: deve organizzare la sua permanenza, le messe, gli incontri.
Lo rivedo nei giorni seguenti, un paio di volte, in a bicicletta, io protetto dall'anonimato della scatola di latta dell'auto.
Se dovessi usare una immagine per rappresentare Cristo ai giorni nostri userei questa.
Sandro, don Sandro Spinelli, che percorre le strade del mondo in bicicletta.
Di sabato, poi.
Pero` ci alziamo comunque ad un orario in cui il sole fatica a sorgere.
Cosi` sono in giro, davanti alla chiesa per la precisione, in quel momento del sabato nel quale ci si prepara per le attivita` usuali, uscire, fare la spesa, riassettare la casa.
Ma di persone in giro, poche.
Sul piazzale, Sandro.
Lo chiamo, si volta, mi vede, sorride.
Mi colpisce come sempre il timbro della sua voce e i suoi occhi che perforano i miei, quasi a cercarmi l'anima per dirmi, "sono qui".
E` a casa e gia` ha nostalgia dell'altra casa, il Brasile. Ma e` contento di rivedere i profili della Grigna e del Resegone su a Nord.
Si scambiano abbracci, due parole, ci si saluta: deve organizzare la sua permanenza, le messe, gli incontri.
Lo rivedo nei giorni seguenti, un paio di volte, in a bicicletta, io protetto dall'anonimato della scatola di latta dell'auto.
Se dovessi usare una immagine per rappresentare Cristo ai giorni nostri userei questa.
Sandro, don Sandro Spinelli, che percorre le strade del mondo in bicicletta.
giovedì 14 ottobre 2010
Il tamburo tribale si fa sentire
E` bello vedere che le radio sono prese in considerazione dagli altri media ( qui l'intervista ad Andrea Frabetti, qui sul Giorno edizione Martesana mentre ancora Il Giorno qui per la radio su Web RadioMXT del CAG di Cernusco ).
Ma la sopravvivenza di un media ( che per definizione, e` un mezzo ) e` dovuto, tra gli altri fattori, al contenuto che questo mezzo porta. Ed e` qui che i tamburi si fanno sentire.
Perche` RCS, comunque contenitore di programmi tra loro molto eterogenei, riesce ad offrire servizi al territorio nel quale e` immerso, e solo questo continuo stringere legami e` la chiave della sopravvivenza. Per questo esistono trasmissioni come Persona e citta` e la sua evoluzione in ZTI Zona a Traffico Illimitato, per questo abbiamo sostenuto Una Parentesi Graffa trasmissione dell' Unione Pastorale Giovanile e abbiamo voluto la Radio presente alla Festa degli Oratori; altre collaborazioni sono poi allo studio.
In una realta` mediatica in continua evoluzione la radio mantiene salda la sua posizione, perche` la sua fruizione richiede un impegno differente rispetto agli altri media ( si puo` lavorare, viaggiare, leggere ascoltando la radio, con gli altri mezzi, anche quelli piu` recenti, questo non e` possibile ) e anche dal punto di vista infrastrutturale il broadcasting in FM sostanzialmente terra` ancora per molto ( magari integrato con il digitale ).
Per la sua particolarita` di essere radio di decanato, e` rappresentativa della comunita` che serve, oltre che della citta` e dei comuni limitrofi, e questo la differenzia da sostanzialmente tutte le radio nazionali. La sua debolezza e` la sua forza.
Occorre pero` che la comunita` sia consapevole delle potenzialita` e le sfrutti appieno. ( Chi ha orecchie per intendere... ) .
Facciamo in modo che il tamburo batta ancora per molto, molto tempo!
venerdì 8 ottobre 2010
La politica la fanno i piccoli ( catena di blog per l'efficenza energetica )
Chi mi segue sa che la mia posizione sull'energia non e` oltranzista. Se il nucleare fosse una energia veramente economica e sicura, e potesse essere gestita in modo diffuso ( non in mano a multinazionali che determinino un monopolio ) allora sarei anche per il nucleare.
Ma questo modello ( che pure tecnicamente e` possibile ) non e` la strada adottata ancora dall'Italia ( credo da nessuno ancora nel mondo).
Si tratta dunque di "forzare la mano" dal basso, attraverso richieste e azioni che ribadiscano l'importanza di quella cultura diffusa che l'avvento di Internet ha fortemente evidenziato e che credo sia la sola in grado di suggerire risposte che poi i governi devono fare proprie e mettere in pratica.
Aderisco quindi alla catena di blog per la richiesta di confermare le detrazioni del 55% per l'efficenza energetica, ovvero per il risparmio, primo passo verso l'indipendenza dal fossile e dal nucleare.
Sul sito http://www.cinquantacinquepercento.it/ ci sono tutti i dettagli. qui sotto alcune spiegazioni.
Ma questo modello ( che pure tecnicamente e` possibile ) non e` la strada adottata ancora dall'Italia ( credo da nessuno ancora nel mondo).
Si tratta dunque di "forzare la mano" dal basso, attraverso richieste e azioni che ribadiscano l'importanza di quella cultura diffusa che l'avvento di Internet ha fortemente evidenziato e che credo sia la sola in grado di suggerire risposte che poi i governi devono fare proprie e mettere in pratica.
Aderisco quindi alla catena di blog per la richiesta di confermare le detrazioni del 55% per l'efficenza energetica, ovvero per il risparmio, primo passo verso l'indipendenza dal fossile e dal nucleare.
Sul sito http://www.cinquantacinquepercento.it/ ci sono tutti i dettagli. qui sotto alcune spiegazioni.
Cosa sono le detrazioni del 55%?
La Finanziaria del 2007 ha introdotto la possibilità di beneficiare di detrazioni d’imposta per chi realizza interventi volti a migliorare l’efficienza energetica della propria residenza. In particolare si può chiedere la restituzione in cinque anni del 55% della spesa sostenuta per riduzione delle dispersioni termiche degli edifici, installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda, installazione di caldaie a condensazione e costruzione di nuovi edifici ad altissima efficienza energetica.
Perchè sono importanti per l’ambiente?
Perchè ridurre il consumo di energia è il primo passo per ridurre le emissioni di CO2, prima ancora dell’incentivo alle fonti rinnovabili.
Perchè sono importanti per l’economia?
Perchè hanno permesso di dare impulso ad un settore per la maggior parte composto da piccoli artigiani, favorendo anche l’emersione del nero che spesso è collegato ai lavori di ristrutturazione ed edilizia. Il mancato introito da parte dello stato dovuto alle detrazioni è ampiamente ripagato dal fatto che molti lavori non sarebbero stati realizzati o non sarebbero stati fatturati.
Quando scadono?
Allo stato attuale si può usufruire delle detrazioni solo fino al 31 dicembre 2010. Per prolungarle, e magari farle diventare strutturali è partita una mobilitazione su vari fronti, industriali, associazioni di categoria e anche blogger.
Firmare adesso!
Sul sito lettera aperta al neo ministro per lo sviluppo economico in cui si chiede, alla luce dei risultati fin qui raggiunti dalle detrazioni, di prolungarle al più presto. Primi firmatari sono Giuseppe Civati, Roberto Codazzi, Eugenio Comincini, Leonardo Fiorentini, Marco Lamperti, Letizia Palmisano, Marcello Saponaro.
Incatena il tuo blog
Sul sito si può firmare, se hai un blog ti chiediamo di rilanciare l’iniziativa, copiando questo post e linkando quanti l’hanno già fatto, e di segnalarlo qui sotto nei commenti. Se vuoi puoi anche inserire i nostri banner, e magari inviare a infoATcinquantacinquepercento.it le tue idee e magari le tue esperienze riguardo al miglioramento dell’efficienza energetica di casa tua.
Hanno aderito:
- Giuseppe Civati: http://civati.splinder.com/post/23421449
- Roberto Codazzi: http://blog.libero.it/KudaBlog/9360472.html
- Eugenio Comincini: http://www.eugeniocomincini.it/2010/una-firma-per-piu-efficienza-energetica/
- Leonardo Fiorentini: http://fiore.iworks.it/blog/2010/10/08/cinquantacinquepercento/
- Marco Lamperti
- Letizia Palmisano
- Marcello Saponaro: http://www.marcellosaponaro.it/blog/2010/10/08/meno-tasse-per-lefficienza-energetica-lappello-e-la-catena-blog/
- Gianni Da Re Lombardi: http://www.yogasutra.it/firma-anche-tu-per-prolungare-le-detrazioni-del-55-per-i-lavori-di-efficienza-energetica
- Cocinelle Rondelette: http://coccinellerondelette.wordpress.com/2010/10/08/firma-anche-tu-per-prolungare-le-detrazioni-del-55-per-i-lavori-di-efficienza-energetica/
- Domenico Finiguerra: http://domenicofiniguerra.it/?p=2080
lunedì 4 ottobre 2010
RadioSinergie
Un bel pomeriggio, quello di domenica allo stand di RCS 93.9 nella Festa degli Oratori, e un bell'esempio di sinergia tra realta` accomunate dalla stessa filiazione ( parrocchia) ma tanto diverse eppure complementari. Perche` se lo scopo di un oratorio e` prettamente educativo, anche la radio puo` contribuire, incoraggiando la partecipazione, l'attenzione e l'apertura.
Grazie dunque a Andrea Frabetti, istrionico conduttore, ai ragazzi dell' UPG che hanno dato vita a numerosi speciali di Una Parentesi Graffa, a chi ci ha accompagnato con pazienza dallo studio, Ivan "Teppa" Arienti e Daniele Damiani, e soprattutto grazie agli ospiti.
La cosa interessante e` che tutti, sia il sindaco Eugenio Comincini, che il presidente dell'ASO Alessandro Raimondi, che i vicepresidenti del CAI Beppe Zucchetti e Claudio Keller con Alfredo Ratti per il campeggio SACER , che don Andrea Ferrarotti, concordano su una cosa: la sinergia tra enti affini permette di ottenere risultati piu` grandi della semplice somma delle parti. E` un concetto che si concretizza e che possiamo toccare con mano nella nostra comunita`.
Grazie anche a Giancarlo Melzi per le foto che vedete qui allegate.
sabato 2 ottobre 2010
Ottimismi del Web
Gran parte della letteratura che analizza i fenomeni della rete e` pervasa da una ondata di ottimismo, che vede nel World Wide Web la chiave di volta di una rivoluzione culturale e sociale, aprendo possibilita` veramente democratiche di sviluppo economico, sociale e culturale.
Economico perche` grazie alla pervasitiva` delle informazioni, una buona fetta del lavoro cambiera` paradigma, con la fine di una struttura gerarchica di controllo e l’avvento di piattaforme collaborative ( come gia` sta avvenendo per il software con l’open source - per i profani, Linux e` un esempio di sistema operativo Open Source, dove tutti possono contribuire alla sua creazione, un altro esempio e` Wikipedia, i cui contenuti sono contributo di migliaia di persone, tra le quali vige anche un severo autocontrollo ).
Sociale, perche` gia` ora il contributo in rete di uno studente dello Sri Lanka e` paragonabile a quello di un tycoon di Wall Street. In moli ambiti del Web, la democrazia e` declinata ai suoi piu` alti livelli ( non ancora nella vita reale delle persone che al Web accedono )
Culturale, perche` a predominare tra i contributor della rete vi sono concetti come la Terza cultura, promozione di un ponte tra l’umanesimo e le scienze e tra gli studiosi e i normali fruitori di contenuti.
Ma certo io non sono il piu` indicato ad illustrare quanto la Rete sta entrando nelle nostre vite. Molto meglio di me possono Don Tapscott e A.D. Williams con Wikinomics, Luca De Biase con l’Economia della Felicita`, o Mark Buchanan con Nexus, o ancora John Brockman con La terza cultura, oltre a molti altri.
Ma sono davvero giustificate tutte queste rosee previsioni? Quello che si assiste pare essere un uso del web molto superficiale, o con intenti criminali. Questo almeno è quanto riportanto i media tradizionali, che della rete probabilmente non hanno ancora colto il potenziale esplosivo ( con poche eccezioni ).
Certo, navigando l’impressione che si ricava non è del tutto positiva: di Facebook ho già detto qui, ma anche in altri ambiti la solfa è, se non la stessa, molto simile.
Abbiamo un esagerato numero di blogger autoreferenziali, che trovano gusto nel parlare di quello che hanno mangiato o di qual’è la temperatura corporea del gatto, ma anche in autorevolissimi siti di social network professionale, quali linkedin, si osservano fenomeni curiosi: personaggi che raccolgono indiscriminatamente contatti ( di solito sono head hunter, ma non sempre ) altri che propongono discussioni di temi generali per cercare poi di subdolamente piazzare i propri prodotti, colleghi di cui non sapevi nulla che improvvisamente diventano prolissi e chiedono una tua segnalazione per aumentare il proprio punteggio in vista di un cambio di lavoro. Per non parlare poi di quei fenomeni metamediatici, per cui i video più scemi sono anche i più visti. Quasi che la morbosità trovi nella Rete un canale preferenziale.
Ed è questo che mi scoraggia di più: dai virus ci si può, di solito e usando l’intelligenza, difendere, gli hacker, da non confondere con i cracker, che non sono i prodotti da forno, ma i veri criminali informatici, sono degni di ammirazione, ma la facilità con cui si mette da parte il cervello quando si naviga in rete è veramente difficile da contrastare.
Pure, devo molto a Internet.
Lo uso tutti i giorni per lavoro, e l’accessibilità delle informazioni è una delle grandi conquiste per chi come me si muove in campi non consolidati o poco conosciuti.
Ma soprattutto, in un momento della mia vita in cui c’è poco spazio per coltivare relazioni nel modo usuale, ovvero incontrandosi vis a vis, condividendo esperienze ma anche tempi morti, la possibilità di comunicare attraverso gli strumenti di Internet mi ha permesso di mantenere, anzi accrescere le relazioni e di continuare a dare il mio contributo quanto meno alla comunità di riferimento, ovvero quella cittadina, se non all’intera Rete.
Per questo, sì, sono ottimista. Credo che Internet e le relazioni mediate da computer possano essere uno strumento di promozione umana, che accresca la vicinanza tra gli uomini e la collaborazione per un mondo più equo.
venerdì 17 settembre 2010
Facebook e la ricerca di senso.
Mi sono fatto una certa idea di Facebook, dopo alcuni mesi di (scarsa) frequentazione. L’idea di una grande bacheca mondiale dove ognuno puo` mettere quello che gli pare potrebbe sembrare vincente e di fatto lo e` stata, facendo diventare FB il sito piu` visitato dopo Google.
Ma molte sono le controindicazioni che a parer mio rendono FB molto piu` simile ad una piazzetta dove si puo` spettegolare e diffondere gossip che ad una agora` dove discutere di cose. L’assoluta liberta` dei temi da proporre agevola anche un chiacchericcio inutile e il piu` delle volte fastidioso.
Mi spiego meglio.
Se incontri un conoscente, nel salutarlo scambi con lui una serie di convenevoli ( come stai, e la famiglia, e il lavoro? etc. ) che in realta` non servono per informarsi veramente sulla sua situazione, ma semplicemente per rafforzare la relazione che esiste tra voi. Ne e` prova il fatto che se l’interlocutore abusa dell’incontro e ne approfitta per riversare su voi la storia della sua vita, il legame, anziche` rafforzarsi, si indebolisce ( e all’incontro successivo adotterete tattiche di fuga rapida ).
Facebook e` uno strumento potentissimo per rafforzare legami di conoscenza e amicizia ( anche se l’uso che fa della parola amico ha una alta dose di ambiguita` e altro ci sarebbe da dire su chi raccoglie “amicizie” per incrementare il suo score ) e i brevi messaggi sono un modo per dire “io sono ok, tu sei ok” .
Ma quando il limite si supera, eccedendo nel numero di messaggi o impoverendo il canale comunicativo con un borbottio autoreferenziale che equivale a dire “io sono ok, tu NON sei ok” (lo so, dovrei studiarmi un po’ di analisi transazionale, non semplicemente copiaincollare da qui), allora la disponibilita` ad ascoltare di smorza.
Perche` si e` disposti ad avere un canale “povero” di contenuti se l’interlocutore e` portatore di un legame anche nella vita reale, dove altri contenuti ed esperienze sono condivisi, ma non con chi chiede la tua amicizia e poi non e` in grado di far altro che parlare al proprio ombelico.
Perche` deve esistere un senso anche in un saluto.
Etichette:
Facebook,
rete,
social network,
web
Iscriviti a:
Post (Atom)
Appunti
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.
Commento sul mio taccuino ( cartaceo e in web) gli argomenti che di volta in volta mi sembrano più interessanti, con un obiettivo semplice: cercare di migliorare e rendere più chiara la mia visione del mondo. E se questo può aiutare anche voi, ne sono felice.